Quando ero bambino “disegnavo” auto. O meglio ne tracciavo dei profili molto sommari. Disegnavo un parabrezza e un’abitacolo bombato, per penetrare meglio l’aria, e poi una coda per migliorare l’aerodinamica. O almeno ci provavo. O almeno davo sfogo alla mia immaginazione. Tanto ero solo un bambino. Nessuno mi giudicava. Poi costruivo auto con i Lego, divertendomi a plasmarle pezzo dopo pezzo. A volte andavo in qualche sfasciacarrozze e mi sembrava di essere in un cimitero percependo un’atmosfera di desolazione e di morte. Delle auto ero colpito dal muso, che immaginavo attribuisse all’auto una personalità specifica tanto da farla sembrare una persona. E poi giocavo con quelle telecomandate e le macchinine. Recentemente ho trovato in giardino questa macchinina e vorrei dire al bambino che ne era il proprietario, che sia mio nipote o no, che ne avrò cura come quando ero bambino.